Consiglio regionale della Lombardia
ORDINE DEL GIORNO
Relativo al DOC n. 0006
“Documento di Programmazione Economico-Finanziaria regionale 2003-2005”
Il Consiglio Regionale della Lombardia,
Visto il Documento di Programmazione Economico-Finanziaria regionale 2003-2005;
Considerato che L'Europarlamento ha approvato l’11 aprile 2002 a Strasburgo il documento della Commissione n. COM(2001)362 intitolato “Sostegno alle strategie nazionali volte a garantire pensioni sicure e sostenibili attraverso un approccio integrato”, nel quale l'Europarlamento si e' dichiarato favorevole agli obiettivi delineati dalla Commissione europea invitando in particolare i governi dei Quindici a ''mantenere un sistema pensionistico obbligatorio ben funzionante'' e a garantire ''una pensione con la quale qualsiasi pensionato sia messo in condizione di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale''.
Considerato che il suddetto documento europeo sostiene la necessità di un graduale passaggio dal sistema a ripartizione al sistema a capitalizzazione e vede la soluzione all’annoso problema della mancanza di fondi per il pagamento delle pensioni nella proposta di non versare più obbligatoriamente i contributi agli istituti nazionali di previdenza sociale ma di consentirne il versamento a fondi pensione privati liberamente scelti dal lavoratore per consentire la capitalizzazione dei contributi nel tempo e garantire una pensione dignitosa e di importo certo.
Visto che l’Unione Europea ha chiesto agli Stati Membri di presentare entro lo scorso settembre un rapporto sul proprio sistema previdenziale al fine di avviare un confronto concreto sulle prospettive di soluzione del problema di mancanza di fondi nel lungo termine;
Rilevato che, come affermato dal Ministro del Welfare Maroni, tra le proposte che il Governo italiano ha inviato a Bruxelles in tema di riforma previdenziale non vi è alcun cenno al taglio delle pensioni di anzianità dal 1 gennaio 2003 auspicato dalle associazioni imprenditoriali, ma viene delineata una riforma che gradualmente trasformerà il sistema previdenziale dal 100% pubblico a un sistema misto pubblico e privato;
Ritenuto fondamentale non creare nei cittadini un sentimento di insicurezza in campo previdenziale che causerebbe una corsa al pensionamento come accaduto negli anni scorsi a fronte della riforma previdenziale introdotta con la legge 335/95 e la successiva legge 449/97 che ha introdotto le cosiddette finestre di accesso al pensionamento nonché requisiti minimi di età oltre che di contribuzione per avere diritto alla pensione di anzianità;
Constatato che le pensioni di anzianità spettano a coloro che più anni hanno lavorato e versato contributi previdenziali (35 anni di contributi e 57 anni di età) e che è necessario mantenere una corrispondenza tra contributi versati e pensione riscossa;
Considerato che fino ad oggi tutti i Governi hanno attinto dai fondi INPS destinati al pagamento delle pensioni per provvedere a pagare anche l’assistenza ai disoccupati, cassa-integrati, e altre forme di assistenza che avrebbero invece dovuto essere coperte con altri fondi;
Considerato che non è accettabile pensare ad una riforma previdenziale con taglio delle pensioni di anzianità al fine di trovare i fondi per infrastrutture, assistenza sociale, casa, occupazione ecc per coprire necessità che nulla hanno a che fare con la previdenza, poiché proprio tale politica ha contribuito a causare l’attuale deficit pensionistico;
Rilevato che non è corretto affermare che un lavoratore che gode della pensione di anzianità verrà “mantenuto” per altri 30 anni di vita dalla società, in quanto in realtà il trattamento previdenziale trova riscontro nell’avvenuto pagamento dei contributi e semmai è tale lavoratore che con i propri contributi ha pagato fino ad oggi la pensione di qualcun altro;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
Ad intervenire presso il Governo affinché si passi gradualmente dall’attuale sistema a ripartizione ad un sistema a capitalizzazione dei contributi previdenziali.
A non prevedere nella futura riforma del sistema pensionistico il taglio delle pensioni di anzianità ma semmai ad introdurre gradualmente un sistema misto pubblico e privato come indicato dall’Unione Europea al fine di salvaguardare il diritto ad una pensione dignitosa e certa.
Milano, 22 ottobre 2002
Elisabetta Fatuzzo
(Partito Pensionati)