lunedì 19 luglio 2010

Interrogazione su BIOSCANNER SVELATUMORI

Elisabetta Fatuzzo Consigliere regionale del Partito Pensionati ha presentato questa mattina un’interrogazione all’Assessore alla Sanità per avere chiarimenti in merito all’adozione, negli ospedali lombardi, dell’apparecchio che sarebbe in grado di svelare la presenza di tumori, senza ricorrere a tecniche invasive.
Secondo alcuni articoli apparsi sui giornali nelle scorse settimane, il bioscanner, dal nome commerciale di “Trimprob”, inventato dal fisico italiano Claburno Vedruccio, sarebbe in grado di  “scoprire i tumori come un metal detector, senza sonde da infilare nel corpo, ecografie, aghi, né altri metodi invasivi”  e “sarebbe in uso in decine di ospedali italiani: dal San Raffaele di Milano al Sant’Andrea di Roma, al Policlinico  Umberto I di Roma.”

Poiché si tratta di una tecnica decisamente innovativa e ancora sconosciuta per gran parte dei cittadini , la consigliera Fatuzzo chiede di sapere se e in che modo la Giunta Regionale intenda valorizzare questo importante strumento.
In allegato il testo dell’interrogazione.


INTERROGAZIONE

con risposta scritta ex art 117 del regolamento Generale del Consiglio Regionale.

Al signor Presidente
del Consiglio Regionale


Il sottoscritto Consigliere Regionale,

PREMESSO CHE

Il quotidiano "La Stampa", lunedì 5 luglio 2010 ha pubblicato un articolo di Flavia Amabile, dal titolo "Il giallo della macchina svela-tumori", dopo che sullo stesso argomento, si era tenuta, presso Biblioteca Giovanni Spadolini del Senato della Repubblica, una conferenza dal titolo "La Costituzione ed il diritto alla salute";


CONSIDERATO CHE

L’articolo de "La Stampa” riporta la notizia dell’invenzione, da parte del fisico italiano Clarbruno Vedruccio, di una “macchina unica al mondo che scopre i tumori come un metal detector, senza sonde da infilare nel corpo, ecografie, aghi, né altri metodi invasivi”

Secondo la fonte citata
il bioscanner, conosciuto con il nome commerciale di “Trimprob” sarebbe in uso in decine di ospedali italiani: dal San Raffaele di Milano al Sant’Andrea di Roma, al Policlinico Umberto I di Roma.Calciatori ed ex-calciatori, politici e persone di spettacolo, e poi centinaia di migliaia di italiani da sette anni la usano per tenere sotto controllo il corpo e scoprire eventuali tumori proprio sul formarsi in modo da intervenire subito. Anche perché non si tratta della solita tecnica super-esclusiva che solo in pochi possono permettersi. E’ una prestazione regolarmente coperta dal Servizio Sanitario nazionale, si paga il ticket e si ha il diritto all’esame. Persino Girolamo Sirchia, allora ministro della Salute, ne era entusiasta. E Umberto Veronesi nel 2006 l’ha promosso a pieni voti nella scoperta di tumori alla prostata chiedendo studi approfonditi per allargarlo anche ad altri organi. ".


INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E L’ASSESSORE ALLA SANITA’ PER SAPERE:

1. se siano a conoscenza dell’esistenza del bioscanner denominato Trimprob,

2. se lo strumento diagnostico, commercialmente chiamato TrimProb, sia effettivamente utilizzato da strutture sanitarie pubbliche e private operanti in Lombardia;

3. in caso negativo, quali siano le ragioni per la mancata adozione del bioscanner "scova-tumori" presso le strutture sanitarie della regione;

4. se l'Assessorato regionale alla Sanità abbia valutato, con approfondimenti di ordine tecnico e scientifico, l'ottimo rapporto efficacia/ efficienza/ spese di investimento del TrimProb, tenuto conto del relativamente basso costo d’acquisto (40/43.000 euro), dell’ assenza di manutenzioni particolari e di materiali di consumo poco costosi;

5. se non ritengano che il Trimprob possa essere utilizzato dalla medicina di base, evitando ai pazienti le lunghe liste d'attesa per esami diagnostici specialistici quali TAC, RMN e PET, soprattutto nel rilevamento delle patologie prostatiche e in particolare per il carcinoma prostatico;

6. se non ritengano avviare la realizzare di un vero e proprio "progetto Trimprob" effettuando uno screenig diffuso.



Il Consigliere