Il provvedimento è stato illustrato dalla relatrice, e prima firmataria della proposta, Elisabetta Fatuzzo, Consigliera regionale del Partito Pensionati. Nelle prossime settimane la commissione passerà alla discussione nel merito e al voto finale, per poi trasmettere il provvedimento al Consiglio regionale che dovrà, a sua volta, esprimersi.
L’articolo 24, oggetto della proposta di abrogazione, racchiude tutta la parte della riforma riguardante gli aspetti pensionistici, tra cui l’innalzamento dell’età pensionabile e il blocco della rivalutazione automatica per i trattamenti di importo complessivo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS. Oggi è infatti prevista la pensione anticipata con 42 anni e 6 mesi per gli uomini (41 anni e 6 mesi per le donne) e 62 anni di età (con meno di 62 sono previste penalizzazioni), mentre il pensionamento di vecchiaia è consentito con 20 anni di contributi e 66 anni e 3 mesi per gli uomini (63 anni e 9 mesi per le donne), senza contare gli ulteriori aumenti dell’età pensionabile in base all’aumento della speranza di vita che, secondo le simulazioni, porteranno, nel 2050, l’accesso alla pensione a circa 70 anni d’età.
L’abrogazione dell’articolo 24 comporterà quindi il ripristino della normativa precedente, sia in materia di rivalutazioni che di età pensionabile (65 anni di età – uomini e donne - e 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia o 40 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica per la pensione di anzianità).
Il testo, una volta approvato dal Consiglio Regionale, dovrà essere ratificato da almeno altre quattro regioni, prima di essere sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale e, se dichiarato ammissibile, al voto degli elettori. In questo modo la cittadinanza potrà essere chiamata al voto senza dover raccogliere le 500.000 firme necessarie per i referendum abrogativi.